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#PausaCaffè con “Come fermare il tempo” di Matt Haig

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È una storia bellissima: un uomo di quarant’anni ne ha, in realtà, quattrocento, perché affetto da un disturbo che lo fa invecchiare molto più lentamente rispetto al resto degli esseri umani. Attorno a questo nucleo si sviluppa la vita di Tom, che attraverso i secoli deve continuamente cambiare identità per non rivelare il suo segreto: così gli impone la misteriosa Società, che promette di proteggere gli Albatros come  lui dal resto del mondo, le Effimere. Oggi sceglie di diventare professore per raccontare la storia del mondo che lui stesso ha vissuto, dalla caccia alle streghe al teatro di Shakespeare, da Londra a Parigi, fino all’Australia. Tom però deve gestire il suo pesante bagaglio di ricordi, anche dolorosi, che sempre più spesso lo fanno soffrire di forti emicranie, come se il cuore e il cervello fossero in perenne cortocircuito: perché puoi vivere anche mille anni, ma la vita non è vita se tutto e tutti attorno a te cambiano, mentre tu non cambi mai e non hai più le per...

La situazione è grammatica.

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Ieri, per la prima serata dopo l’arrivo di Alice, sono uscita da sola. Sushino? Cinemino? Birretta? No. Ho ascoltato Andrea De Benedetti alla presentazione del suo libro “La situazione è grammatica”. E niente, anche lui mi ha fatto capire che forse tutta tutta normale non sono. GrammarNazi fino al midollo.

Lettura in tandem: "Una vita come tante".

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Arianna  ed io siamo le Gran Maestre del Sacro Ordine del Mainagioia. E per una volta abbiamo deciso di non subire più le sfighe, i patemi, le angosce e le ansie. È tempo di reagire, andandocele proprio a cercare di nostra spontanea volontà, con la lettura sincronizzata di “Una vita come tante” di Hanya Yanagihara. Un libro che, citando la nostra adoratona  Tegamini , “ha l’ambizione dichiarata di farci malissimo. Ripetutamente. Per 800 e rotte pagine”.  Così, come dicevano le Madri, almeno poi avremo un serio motivo per piangere, temo. (seguiranno aggiornamenti)

#LatteBiscotti e truciolosità con “Il Lupo che cercava l’amore”

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Incontri inaspettati: Lupo, uno degli amici di storie preferiti di Leo, in carta e legno. 📖 📖 📖 Fiera dell'Artigianato di Antey-Saint-André  

Priorità.

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“Non sono le nostre capacità che dimostrano chi siamo davvero, sono le nostre scelte”.  Albus Percival Wulfric Brian Silente [Harry Potter e la camera dei segreti]. Nus d'Antan, 2019 edition.

Enrica Tesio e la Filastorta d'Amore.

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Oggi è successo che abbiamo riso molto, abbiamo anche pianto, ma soprattutto abbiamo avuto la conferma che le turbe della nostra generazione derivano al 90% dalla morte di Artax.  Il restante 10% è olio di palma.  Grazie ad Enrica Tesio per la sua sberluccicanza contagiosa e grazie a  La Ro  (nella foto con  espressione evidentemente rapita) per avercela portata “franonostante”. 

Ritornare al cuore.

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Ricordare è semplice, è fisiologico. È un'azione quasi passiva, che si subisce anche inconsciamente: talvolta si ricorda ciò che non si vuole, quando non si vuole. Non serve essere particolarmente colti o intelligenti o studiati. A ricordare son buoni tutti, senza sforzi, senza impegno. Persino i metalli sanno ricordare. Quindi ci riesco io come può riuscirci la marmitta della mia auto, per dire. Non dimenticare, invece, è tutta un'altra storia. È presa di coscienza, è volontà di tenere viva la memoria.  È una missione, è un impegno, è un dovere. È ricordare, ma nella sue etimologia originaria: ritornare al cuore.  Perché gli antichi, che erano meno stronzi di noi, mettevano ogni cosa al posto giusto: la sede della memoria era il cuore, non il cervello.  Forse perché sapevano che il cervello può essere plagiato, annebbiato, rincoglionito da chi vuole trarne vantaggio.  E infatti si fa il lavaggio del cervello, mica del cuore. [Ogni riferimento all...

GrammarNazissima me.

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Prima l’italiano! La GrammarNazi che è in me non si riposa mai.  MAI.  Neammanco in vacanza.

#PausaCaffè con "In mezzo al mare. Sette atti comici" di Mattia Torre

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Ero scettica verso il concetto di audiolibro, per almeno tre ragioni: 1. Se è audio non è libro.  2. Se non ha pagine da sfogliare, annusare, guardare, leggere e rileggere, con cui ferirsi le dita con quel suono fastidiosissimo fffffffft, anche, non è libro.  3. Se non è libro non mi piace.  3bis. Il mio comprendonio e la mia capacità di concentrazione pari a quelli di un vaso di terracotta non giocano a mio favore. Eppure mi sono dovuta ricredere. Grazie ad Audible la mia lotta contro il disordine casalingo e lo sporco ostinato - e i maledetti tisanuri - ha un non so che di quasi piacevole.  Ho scelto, per la mia prima audiolettura,  “In mezzo al mare. Sette atti comici”, di Mattia Torre. Letto [magistralmente, bisogna dirlo] da Valerio Aprea, Valerio Mastandrea e Geppi Cucciari.

Maneggiare con cura e Patafix.

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Una serie di coincidenze mi ha fatto ricordare che una volta avevo un blog dove scrivevo un sacco di cose mie. Alcune sono andate perse, altre le ho conservate e, rileggendole, mi sono resa conto che quello spazio mi manca tantissimo.  E allora sai che c'è? Io quello spazio me lo ricreo, qui: tra il cuore, le spine e le altre amenità. [21.4.2012] Oggi sono andata con Madre e Padre al mercatino dell'usato.  No, non ho cercato di venderli, semplicemente ho passato un mezzo pomeriggio con la mia famiglia, anche se ho avvertito forte forte la mancanza di mio fratello. Ho ciondolato per le bancarelle riflettendo su come il concetto di vintage sia appioppato ad ogni sorta di cianfrusaglia inguardabile, tanto che il confine tra ciò che è veramente vintage e ciò che semplicemente è roba vecchia diventa sempre più sottile. Mi sono persa a spulciare tra i dischi e i libri, senza però trovare qualcosa di realmente sfizioso. Ho chiacchierato con qualche venditore sull'ori...

Quei 50 minuti.

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Ogni anno, da 13 anni ormai, arriva l’ultima ora in una classe che non so se rivedrò a settembre. E non importa quante volte mi abbiano fatta incazzare, quante volte io abbia dovuto contare fino a dieci, quanti colpi alle coronarie abbia imparato a gestire perché sbagliavano un congiuntivo o si ribaltavano dalla sedia, quante lacrime abbia dovuto asciugare e quante scenate stile drama queen abbia dovuto improvvisare: negli ultimi 50 minuti dell’anno scolastico devo sempre trattenere un magone che mi pulsa in gola, fatto di una quotidianità che, nonostante tutto, mi mancherà. Negli ultimi 50 minuti c’è chi ha quello stesso magone.  Chi vince ogni timidezza, viene alla cattedra e mi abbraccia.  Chi mi ringrazia.  Chi piange senza ritegno e chi singhiozza di nascosto.  Chi mi confessa che mi vorrebbe come mamma - non sai quel che dici, amico! - .  Chi spera di non rivedermi mai più nella vita.  Chi, giustamente, se ne sbatte e pensa già alle vacanze...

Per questo mi chiamo Giovanni.

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Era il 1992. Era il 23 maggio e io avevo dieci anni. Non ricordo esattamente cosa stessi facendo ma ricordo distintamente le immagini che, all'improvviso, apparvero sullo schermo della tv. Edizione straordinaria del telegiornale: sapevo che non significava nulla di buono, lo avevo imparato poco tempo prima, quando facevo colazione con latte, nesquik e notizie sulla Guerra del Golfo. Ma quella sera le notizie non arrivavano da luoghi sconosciuti o lontani.  Arrivavano dall'Italia, dalla Sicilia, da Palermo. E le immagini non erano di guerra, ma sembrava che lo fossero: macerie di quella che doveva essere un'autostrada - c'era il cartello verde- , auto accartocciate, uomini in divisa, persone dall'espressione smarrita. La voce sgomenta dei cronisti mi aprì le porte su un mondo di cui fino ad allora avevo logicamente ignorato l'esistenza.  Attentato. Strage. Mafia. Agenti della scorta. Giudice Giovanni Falcone. Pochi anni dopo, duran...

#PausaCaffè del sabato con "Vincent" di Barbara Stok.

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[tradotto da Laura Pignatti. Edizioni BAO Publishing] Con un tratto semplice, la vita e le opere di Van Gogh prendono forma e colore.  Meravigliose, a mio ignorantissimo parere, le tavole in cui la malattia mentale prende il sopravvento sull’uomo e sull’artista. Una lettura che sa lasciare un’impronta profonda, come una notte stellata ✨

Eleanor Oliphant sta benissimo.

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Cara Eleanor Oliphant, so quanto tu tenga ai formalismi, perciò ho pensato di scriverti una lettera come si faceva ai vecchi tempi. Ho sentito molto parlare di te, ma ci ho messo un po' di tempo ad avvicinarmi. Temevo di incappare nel personaggio stucchevole di una stucchevole storia. Forse perché quello "stare benissimo" che ti identifica lo trovo uno stato d'animo così raro, così difficilmente raggiungibile, così...esagerato. Ok star bene, ma benissimo addirittura?  Ugualmente devo aver pensato di quel "gesto gentile" che, come dici tu stessa, è stato il primo della tua vita e ha cambiato ogni cosa. Vedevo già miele e stelline sberluccicanti colare copiosamente dalle tue pagine...bleagh. Poi sono incappata senza volerlo in una discussione su di te e gli interlocutori ti classificavano come insopportabile e odiosa, per il tuo essere così severa verso te stessa e -orrore!- verso gli altri.  Pensa, è stata proprio questa etichetta a farmi dec...

Biblioversario: Il Piccolo Principe.

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6 aprile 1943: The Little Prince viene pubblicato a New York, nella traduzione di Katherine Woods.  Sempre i newyorkesi avranno il privilegio, qualche giorno dopo, di vedere pubblicato anche il testo in lingua originale. Antoine de Saint-Exupéry muore nel 1944 e un anno dopo Gallimard regala finalmente ai parigini, alla Francia e all'umanità tutta Le Petit Prince . Sono particolarmente legata a questo libro e ancora di più a questa edizione pop-up della  Bompiani , prezioso rega lo del mio fratellino. Sulla storia si sono fatte e si fanno a tutt'oggi infinite speculazioni filosofico-esistenziali, ma a mio inutile quanto certamente impopolare parere, esiste un'unica vera verità, in barba alle citazioni sconsiderate e nauseabonde da Bacio Perugina: la rosa era soltanto una sopravvalutatissima, siderale, viscerale stronza. Oh. L'ho detto.

#LatteBiscotti con “Dov’è il mio unicorno?”.

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Se ad aprile può nevicare allora noi possiamo anche cercare un unicorno con questo carezzalibro e colorare tutto il grigio del cielo di oggi.  [Le dita salsicciotte non sono incluse nella confezione].

#MissioneAdoleggenti: “Il visconte dimezzato” di Italo Calvino con le tavole di Emanuele Luzzati.

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Un altro bellissimo volume che non ha bisogno di presentazioni è comparso in classe.  E vedere quel bollino della biblioteca scalda il cuore e mi fa riflettere sul fatto che forse dovrei essere meno disfattista quando penso alle nuove generazioni e ai loro genitori.  Tanti cuori a tutti.

Aspettando Matteo Bussola sul cubotto rosa fluo.

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Sono circondata da libri. Sono seduta su un cubotto rosa fluo. È primavera. What else?  [magari la prossima volta devo solo ricordarmi gli occhiali, per non stare le ore con l’espressione orientale, che poi mi vengono le rughe]. Lui presenta “La vita fino a te” ma io ho comprato il suo primo libro perché si intona meglio con le mie occhiaie. Aspettando Matteo Bussola da Brivio . 

#LatteBiscotti con “Mal di pancia calabrone” di Bruno Tognolini, illustrato da Giulia Orecchia.

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Giornata di vaccino, oggi, per Leonardo, che in pratica è la versione cinquenne dell’Argante di Molière. Per fortuna ad aspettarlo in consultorio c’erano le volontarie di Nati per Leggere , che lo hanno accolto su un tappeto di libri per distrarlo nell’attesa.  Così abbiamo scoperto questo magnifico librozzo pieno di formule magiche -e anatemi- per ogni evenienza: per ritrovare le cose sparite, contro il mal di testa della mamma (dobbiamo provare), contro i brutti sogni e persino per far venire il bel tempo nel weekend. E poi c’era questa, che più adatta proprio non si poteva: “Pungi siringa in punta di piedi Occhi ben chiusi così non la vedi Pugni ben stretti così non la senti Pungi che stringo i denti” . Inutile dirlo, questo libro finisce subito subito nella lista dei must have. 

Tu che non sei Adelaide. Incontro con Guido Catalano.

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Non sono una fan degli autografi, tra le altre cose perché mi imbarazzo tantissimissimo - e infatti anche oggi non mi sono smentita e ho fatto la figura della stupidella sciubiduei -. Però questa dedica me la terrò stretta stretta perché, diciamocelo, essere “la prima” di un Poeta Professionista Vivente è roba da vantarsi da qui a per sempre. Anche se non mi chiamo Adelaide. Ecco. Grazie alla Libreria Brivio   per aver portato Guido Catalano a Paranoia City per la presentazione di Tu che non sei romantica.

#PausaCaffè della domenica con “Le assaggiatrici” di Rosella Postorino.

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Uno dei miei libri preferiti del 2018. Una delle mie copertine preferite di sempre. Il racconto della vita, dei pensieri, delle paure, delle ostilità e della sorellanza di quelle donne che ogni giorno venivano portate alla Tana del Lupo, per assaggiare il cibo destinato al Führer. I confini tra giusto e sbagliato, tra vittima e carnefice, tra morale e immorale si sfaldano, come la natura umana richiede.  Il libro è ispirato alla storia vera di Margot Wölk e, dal basso della mia ingenuità, mi garberebbe che qualche buon regista decidesse di farne una trasposizione cinematografica, di quelle che poi vincono millemila Oscar. “...è questo, dell’amore, che lascia sbalorditi, tutti gli anni in cui nessuno sapeva dell’esistenza dell’altro, e vivevate lontani, centinaia di chilometri di distanza, e crescevate e diventavate alti, lui più di te, e tu mettevi carne sui fianchi e lui già si radeva e avevate la febbre e guarivate e la scuola finiva ed era Natale e tu impar...

#MissioneAdoleggenti: “War Horse” di Michael Morpurgo

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Sono rientrata a scuola un po’a gamba tesa, lo ammetto, con  le esposizioni orali dei libri che i marmocchi hanno letto nell’ultimo mese. In questa attività, il voto è una pura formalità: ciò che conta davvero è che scoprano, ispirati dai consigli dei loro stessi compagni, autori e generi nuovi, che costruiscano i loro gusti personali, che siano stimolati nella curiosità e nella capacità di raccontare il mondo in cui si sono trovati leggendo [il tutto rigorosamente spoiler free, per aggiungere pepe alla sfida]. Per questa ragione lascio che siano loro a scegliere la propria lettura mensile: le ore di esposizione diventano un arricchimento per tutti, anche per me. Tra le piacevoli scoperte c’è stata questa edizione di War Horse , di Michael Morpurgo , con le bellissime illustrazioni di Rae Smith . “Come mai hai scelto proprio questo libro?” “Ho letto altri romanzi dell’autore e ho pensato di chiedere questo per Natale...” “Lo sai che c’è anche il film?” “Sì, ma prim...

La Festa Nera.

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Talvolta i libri possono essere come certi incontri: giusti al momento giusto, giusti al momento sbagliato, sbagliati al momento giusto, sbagliati al momento sbagliato. Ho imparato, non senza fatica, a riconoscere quando sono disposta ad affrontare gli incontri e i momenti sbagliati e quando, invece, le mie energie non sono sufficienti a tenere botta.  So da quali persone stare alla larga, so chi posso cercare per ricaricarmi.  Così come in genere so quali letture evitare e a quali invece dedicarmi, in base alla mia disposizione d’animo. Questa volta, però, ho toppato in pieno. Ma non è affatto colpa del libro, che sarebbe stato un incontro giusto. La colpa è mia che non ho riconosciuto il momento sbagliato. Non conoscevo l'autrice, Violetta Bellocchio ,  ma ho letto - del tutto casualmente - una breve presentazione de La Festa Nera   e mi ci sono buttata senza pensarci più di tanto, attratta dalla promessa di una carrellata di tipi umani organizza...

#LatteBiscotti e le “Favole” di Andrea Pazienza

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Questa sera toccava a Leo scegliere la sua lettura su MLOL e tra le immagini di tante copertine ha individuato le Favole del Paz, con una bella prefazione di Vincenzo Mollica e un dolce ricordo della moglie Marina.  Scelta per altro supervisionata e approvata dal Gatto Venerdì, come si può notare. E visto che nella vita non si smette mai di imparare, finalmente anche noi abbiamo scoperto “a che serve un Perepé”. E voi lo sapete? 

#PausaCaffè con “Il pesce di lana e altre storie abbastanza belle (alcune anche molto belle, non tante, solo alcune) di Maryjane J. Jayne”

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In questi giorni di vicende cronachistiche pesantucce, inauguro la #PausaCaffè con qualche pagina di pura evasione: la mirabolante biografia di Maryjane J. Jayne, una donna poliedrica dalle mille risorse. “Per dirne una, ha inventato i fumetti, ben un anno prima che li inventassero”. Un’antologia della stupidera arguta, c ome piaceammé.  Per gli amanti di Tito Faraci e dei fumetti quadripartiti di Scottecs [Sio].   Ma comunque per tutti, secondo me, poi fate voi.

La cura per la NonHoTempite.

"Guarire è facile, se sai come farlo" .  Cit. Dott.ssa Grazia Rcà Per chi è affetto dal male molto attuale della NonHoTempite – di leggere libri, di leggere post sui libri, di scegliere libri da leggere, di cercare un sinonimo di leggere libri – inauguro quella che, se questo fosse un blog famoso, si chiamerebbe rubrichetta.  Saranno consigli di lettura rapidissimi ed estemporanei, perché voi non avete tempo di leggere e io non ho sempre tempo di scrivere, gne gne gne. In un mondo dominato dalle etichette, dalle immagini e dalla necessità di essere brevi, i post saranno suddivisi in tre categorie e avranno una fotografia del libro e una descrizione al fulmicotone.  Tre tag rapidi e indolori: #PausaCaffè , con letture per adulti. Cioè, non nel senso V.M.18. Intendo per adulti in generale. Vabbeh, avete capito; #MissioneAdoleggenti , per quelle creature mitologiche complicatissime, né grandi né piccole, affabili e ostili, che vogliono essere indi...

Abbiamo toccato le stelle.

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Quando credi davvero in qualcosa, allora è il momento di farlo. Esiste un momento particolare, nella vita del lettore, che mi piace chiamare “l'istante di sospensione”: è l'attimo – proprio solo un attimo- in cui arrivi all'ultima parola, chiudi il libro e cerchi di decifrare ciò che ti ha lasciato. È una stilettata di sentire a caldo, brevissima, che arriva ben prima del giudizio globale, delle elucubrazioni più o meno intellettualoidi, dei paragoni. Nell'istante di sospensione, io mi lascio sempre scappare un grosso sospiro accompagnato da un sorriso di godimento compiaciuto o, talvolta, da un liberatorio “ma vaffanculo”, con conseguente lancio stizzito del libro. Altre volte mi sono sorpresa a piangere oppure sono stata inghiottita in una voragine di vuoto. Raramente ho provato il desiderio immediato di consigliare quella lettura a qualcuno. Ancora più raramente ho avvertito la spinta di andare sul balcone e gridare al mondo: dovete leggerlo tut...